Abbiamo rivolto un paio di domande al sociologo FEDERICO CHICCHI, autore del libro SOGGETTIVITA' SMARRITA (Bruno Mondadori, Milano 2013). L'intervista completa è reperibile sulla rivista di psicoanalisi Lettera, n. 3 (et al /Ed.)
Una delle tesi centrali del libro è quella che viene formulata come: inciviltà del godimento. Essa apre una prospettiva assolutamente nuova nel senso che segna un punto di svolta, una “mutazione antropologica”. In che misura questo tema dell’inciviltà del godimento costituisce uno spartiacque decisivo ed essenziale per il nostro futuro?
In effetti nel volume propongo l’espressione inciviltà del godimento. Ci tengo però a precisare che il mio intento non è stato quello di demonizzare il godimento come tale, come se questo fosse sempre un momento distruttivo e mortifero dell’esperienza soggettiva.
Quello che mi premeva denunciare, seguendo qui alcune suggestioni di Slavoj Žižek, era invece l’imperante generalizzazione della spinta a godere ad ogni costo, accompagnata dal rischio di rendere evanescente il limite che la normatività intrinseca alla relazione sociale porta necessariamente con sé. Questo imperativo osceno, oltre che consumare e distruggere desiderio, produce una sorta di delirio autistico nel soggetto, all’interno del quale trova cittadinanza una cinica, perversa e maniacale, vanità egoica. Questo imperativo non è altro che il programma antropologico dell’inciviltà neoliberale. Programma che, a mio avviso, occorre contrastare.